venerdì 12 marzo 2010

Il vuoto colmato?

Durante quest'estate le pagine fan di Facebook hanno contribuito all'informazione e la maggior parte delle volte hanno permesso di far circolare idee che in tv e nei principali quotidiani non trovavano spazio, facendo divenire la piattaforma Facebook come potenziale diffusore di idee. Ha in qualche modo aperto la strada anche alla grande manifestazione del Popolo Viola del 5 Dicembre, la quale ha fatto scendere a San Giovanni in Laterano ben 1 milione di persone. Hanno permesso di far vedere filmati e pubblicizzare blog visitati solo da poche persone e che oggi sono tra i più clikkati d'Italia.
Queste pagine fan di controinformazione come "Informare per resistere", "Informazione Libera", "Spegniamo Raiset" pubblicavano per ore ed ore al giorno notizie e facevano un collage dei migliori articoli (nascosti sempre nei fondi delle ultime pagine) che si trovavano su Internet. Ma non si riesce a capire il perché dopo la nascita del quotidiano diretto da Antonio Padellaro "Il Fatto Quotidiano" queste pagine abbiano drasticamente ridotto la quantità di articoli pubblicati: "Informazione libera" almeno il 30%, "Informare per resistere" il 10% e "Spegniamo Raiset" ha ridotto all'osso i suoi contenuti. Molte volte sono veicoli per riportare gli articoli del Fatto e non stanno aprendo più basi di discussione intorno ai fatti scottanti che continuano ad esserci e pure tanti. Non vorremmo che si perdesse questo campo di vera informazione libera e anche se il "Fatto" rimane un unicum nel panorama dell'informazione cartacea poiché non prende finanziamenti pubblici, potrebbero anche i suoi giornalisti sbagliare e anzi bisognerebbe di più creare discussioni per aprire dibattiti in Rete e di rimbalzo anche sui giornali che accolgono queste posizioni.


Giovani Democratici staff

sabato 6 marzo 2010

La protesta farsa!

Avrete letto in questi giorni sui quotidiani (perché la tv ha censurato tutto) la protesta dei conduttori dei vari programmi-minestrone di approfondimento: Annozero, Ballarò, Porta a Porta, Presa Diretta, In mezz'ora. La disputa è partita dalla promulgazione del regolamento per la par condicio radio-televisiva da parte della Commissione di Vigilanza Rai, la quale ha deliberato per la prima volta nella storia repubblicana e da quanto è stata creata (1993, rivista nel 2000) che i programmi di approfondimento giornalistico si devono trasformare in "programmi di comunicazione politica" cioè tribune politiche. Ovviamente si sono sollevate le proteste delle redazioni e dei direttori. E' palese che in tutta questa vicenda per cui tutti sono critici e solidali agli "imbagliati" c'è solo profonda ipocrisia: questo è il risultato di tanta omertà, di mancata ribellione e vigliaccheria che hanno investito anche la professione dei giornalisti. Dove erano i cronisti quando si cominciava con il governo Craxi a censurare programmi e comici (vedi caso Beppe Grillo) oppure gli editorialisti indipendenti tipo Panebianco, Galli della Loggia, Scalfari, Polito e Savona? Chi è intervenuto a difendere Santoro, Luttazzi e Biagi cacciati solo perché erano troppo indipendenti e avevano detto fatti scomodi? L'ordine dei giornalisti è intervenuto quando dopo 40 anni (sì 40 anni) venne cacciato, come già detto, Biagi colui che ha fondato il TG1 e TV7 e colui che con il suo "Fatto" aveva vinto il premio di miglior trasmissione degli ultimi 50 anni? Dove erano tutti quando Travaglio è stato insultato in una Assemblea elettiva (prima volta in una democrazia occidentale) da Cicchitto che l'ha definito “terrorista” come nei Paesi Bolscevichi? Perché Vespa dal suo "Insalatone a insalatone" al secolo Porta a Porta, non ha difeso anche non condividendo le idee i suoi colleghi anzi si è scagliato contro di loro? Dove era Bersani quando successe tutto ciò? Faceva forse il fido a D'Alema difendendolo in scelte folli come Bicamerali e mancate leggi sul conflitto di interessi?

Mi dispiace ma questo è il risultato di anni di silenzio e il regime a cui pochi si sono ribellati, ha preso ormai il suo piede. E' troppo tardi ormai.

Giovani Democratici staff

giovedì 4 marzo 2010

il NOSTRO PROGRAMMA

Proposte di PROGRAMMA ELETTORALE avanzate dai GIOVANI DEMOCRATICI di Albano, Pavona e Cecchina

Il circolo dei Giovani Democratici di Albano, Pavona e Cecchina, viste le proprie conoscenze, i propri contatti, la propria vita quotidiana di ognuno dei ragazzi ha deciso di fare alcune proposte semplici di miglioramento dei servizi di Albano Laziale che a tutt'oggi sono molto carenti.
I problemi più pesanti e più frequenti da affrontare per un ragazzo che non ha visto altro che l'amministrazione Mattei sono due: la mancanza di punti di “aggregazione culturale” e la mobilità.


1.Per aggregazione culturale intendiamo dire di luoghi che possano svolgere un ruolo di supporto alle tre biblioteche territoriali che sono piccole, sguarnite, a mezzo servizio e fatiscenti.

a) L'ampiezza del posto è fondamentale: se so che una biblioteca ha solamente 10 posti a sedere, quindi che rischio di muovermi senza trovare poi un posto, preferisco stare a casa. Questo ragionamento, fatto da molti, è il motivo per il quale le biblioteche sono invece quasi sempre vuote e sottoutilizzate. La garanzia di trovare un posto accogliente è lo stimolo per incrementare la popolazione studentesca all'interno di queste strutture. Che le biblioteche del comune di Albano Laziale siano a mezzo servizio poi, è un dato di fatto: come chiamare altrimenti un servizio aperto TRE ore e mezza la mattina [martedì-sabato] e DUE ore e 45 il pomeriggio [mercoledì e giovedì] ???? Non solo il Lunedì è inspiegabilmente chiuso il servizio, ma questi sono gli orari di tutte e tre le biblioteche di Albano Laziale! Ovviamente proponiamo non solo una rotazione del giorno di chiusura tra le tre biblioteche, ma anche un maggiore orario di apertura delle attuali poco più di 20 ore settimanali. Dato che la mattina si presuppone che i ragazzi vadano a scuola: saranno sufficienti le due ore e quarantacinque minuti pomeridiane per proporre un servizio? Sembra piuttosto una presa in giro.
L'esperienza ci insegna che molti ragazzi albanensi preferiscono dirigersi alle biblioteche dei paesi limitrofi.

b) Che siano fornite degli strumenti adatti allo studio è il minimo per una struttura di questo tipo: senza voler sminuire il ruolo del cartaceo, si rende ormai necessario che una struttura di “ricezione culturale” sia dotata di una connessione wireless a più Mb e predisposta dunque perché gli utenti possano connettersi con i propri notebook o netbook e che sia oltremodo dotata di qualche computer da mettere a disposizione.

c) D'altronde non si può negare nemmeno che siano strutture fatiscenti. Basti pensare che nella struttura di Albano centro (inaugurata nel 1995) non si possono usare le scale perché pericolanti e si è costretti a prendere l'ascensore per accedere alla biblioteca. Pertanto proponiamo l'individuazione di altri locali da destinare a “sale studio-internet point” dove i ragazzi possano trovare un luogo di studio e di aggregazione con mezzi moderni e adeguati alle necessità di studio e di ricerca dai quindici ai venticinque anni. Questi posti saranno da individuare dislocati rispetto alle attuali biblioteche [es. ad Albano sarebbe opportuno una zona ”bassa” come Musicisti o Miramare, a Pavona nei pressi della neo-restaurata Villa Contarini, ecc] e che funzionino a supporto di esse e non in sostituzione di. Per un maggior coinvolgimento dei ragazzi e della popolazione tutta è possibile dare in gestione questi nuovi spazi di “biblioteche on-line” o sale studio-internet point a delle associazione culturali onlus che gestiscano gli orari in modo che siano sempre aperti, che gestiscano gli spazi magari anche coinvolgendo altre associazioni e che abbiano addirittura la possibilità di distribuire borse di studio (o meglio borse lavoro) tra gli universitari di Albano Laziale, erogate dal comune per i ragazzi impegnati come “bibliotecari”: come criteri selettivi potrebbero usarsi gli stessi dell'ADISU regionale che premia gli universitari meritevoli con borse di studio o borse lavoro nelle biblioteche degli atenei e potrebbe essere inteso anche come segno anti-crisi in controtendenza con le politiche di governo che considera i giovani come rivoltosi o scansafatiche sulle spalle della famiglia senza rendersi mai pienamente conto che i giovani non solo sono il futuro d'Italia (e per questo anche Albano deve coltivare e incentivare e aiutare i propri “cervelli”) ma sono il presente delle famiglie italiane. Un giovane dentro casa dovrebbe poter essere considerato come una risorsa e non solo perché a vent'anni può lavorare come cameriere o come attacchino, ma anche perché a vent'anni può ricevere gratificazioni monetarie per il suo impegno nello studio in ambito accademico.


2. La seconda proposta che i Giovani Democratici intendono avanzare in merito alle esigenze riscontrate tra i giovani del territorio, è quella della mobilità.
Questo è un problema legato ovviamente al traffico che attanaglia la rete urbanistica dell'intero territorio comunale, ma è sostanzialmente diversa la soluzione che si vuole proporre. Il problema dei ragazzi infatti, soprattutto quelli più giovani, non è quello di spostarsi con le autovetture, ma quello di avere a disposizione una rete di servizio pubblico frequente ed efficiente. In sostanza non servono più strade e più cemento ma, in linea col concetto di città sostenibile fatto proprio dal candidato e dalla coalizione, un maggiore sfruttamento e riorganizzazione delle strade e del cemento esistenti. Per potersi spostare da un territorio all'altro di Albano Laziale (ovvero dalle periferie al centro e viceversa) come da un quartiere all'altro di Albano centro (tenendo in considerazione i dislivelli naturali che caratterizzano Albano) è impresa assai difficile se si fa affidamento agli autobus e alla linea ferroviaria roma-velletri che collega pavona-cancelliera-cecchina. Proponiamo dunque di intensificare le linee esistenti che ad oggi hanno una scandalosa frequenza oraria anche nei periodi di punta non tenendo sufficientemente conto dell'entrata e dell'uscita di scuola dei ragazzi, che si ferma al primissimo pomeriggio per quanto riguarda il servizio interno di Albano centro e che arriva non più tardi delle 20 per Pavona e Cecchina: ovviamente orari per “scendere”, senza contare la necessità pomeridiana di “salire” ad Albano, tenuto conto anche del movimento del sabato pomeriggio-sera che si crea naturalmente per il Corso Matteotti. Facendo funzionare a pieno regime un dislocamento dei servizi comunali più frequentati dalla popolazione e informatizzando seriamente la comunicazione tra amministrazione e cittadinanza, così da eliminare una quota di traffico, bisogna far sì che il cittadino possa fare affidamento sul trasporto pubblico piuttosto che su quello privato per gli spostamenti intracomunali. Un servizio che nasce come esigenza dei non-patentati (di tutte le età, ma ovviamente stiamo parlando maggiormente di una fascia di età piuttosto giovane) potrebbe diventare col tempo uno dei metodi di risoluzione degli annosi problemi di traffico albanense. Ovviamente non l'unico né tanto meno il principale, ma indubbiamente una risorsa da non sottovalutare se si vuole perseguire l'obbiettivo della città sostenibile che passa per forza di cose per un serio piano di smaltimento del traffico. Una iniziativa insomma che parte dalla fruizione del territorio agevole da parte dei ragazzi, ma che potrebbe delinearsi come policy decisiva anche per un progetto più ampio dell'amministrazione. Un fiore all'occhiello per noi e un esempio per i comuni limitrofi.


3. Vorrei inoltre qui snocciolare un altro paio di grattacapi dell'amministrazione che tanto dice e nulla fa, ma che con impegno e serietà possono risolversi. E noi non mancheremo di impegno e serietà: l'ambiente e il turismo. Non sono tematiche anagraficamente giovanili, ma riguardano l'Albano del futuro. La nostra Albano.

a) Innanzi tutto vorrei porre l'attenzione alla raccolta differenziata che non può fermarsi a dati “ad una cifra” (al 3%), ma che anzi deve decollare e anche qui fare da esempio per gli altri comuni, fino insomma a raggiungere il ragguardevole risultato del 20% nei primi 5 anni di amministrazione e cercare di mantenere alta la guardia e l'impegno per sforare il tetto del 40% nel secondo mandato. Questo oltre a poter in qualche modo arginare la crisi occupazionale, stimolando anche l'iniziativa privata ad entrare in un mercato ad oggi fermo, punta dritto al concetto di città sostenibile sul quale il candidato insiste.

b) Vi è poi ad Albano una questione culturale decadente ed un mercato del turismo fermo e stantio: Albano con le sue enormi risorse non può e non deve restare indietro nell'industria del turismo e non merita che il suo patrimonio rimanga nascosto e sepolto. In quest'ottica molti comuni limitrofi hanno vitalizzato delle associazioni che si prendono cura dei beni artistico culturali e hanno investito su questo settore non solo economicamente. Conoscere la propria città e prendersi cura del proprio territorio infatti è una indispensabile e gratificante esperienza lavorativa e di vita per molti ragazzi che auspicano un recupero della città di Albano dal torpore in cui si trova. Per questo crediamo che l'installazione di una stazione bus nei pressi della fermata FS di Albano centro, non solo recupererebbe il treno come servizio turistico di collegamento con Roma ma fungerebbe da prima struttura ricettiva del turismo romano e non solo. Questo potrebbe essere un forte stimolo alle altre strutture ricettive eno-gastronomiche albanensi che dovranno felicemente adeguarsi ad un numero maggiore di turisti e creerebbe altri tipi di ricezione qualora qualcuno decidesse che Albano vale la pena essere vissuta per più d'un giorno. Per far questo è innanzitutto necessario coinvolgere associazioni e il loro contributo di volontariato, ma anche investire nella riapertura e ristrutturazione qualora servisse, di tutte le bellezze storiche, artistiche e culturali di cui Albano dispone. Spendere nella cultura per una città che fortunatamente ha parecchio da offrire, significa investire nel settore giusto e possibilmente, se la situazione è ben gestita, di ingranare un moltiplicatore che metterebbe Albano nelle condizione di ricavare ingenti risorse, eventualmente da destinare poi altrove. Un'amministrazione che non pensa al futuro non vede le potenzialità nella cultura e nel turismo e le crede pozzi senza fondo e senza ritorno per le risorse pubbliche, ma una amministrazione cosciente di quel potenziale sa che quello è il volano economico naturale per tutta una serie di attività (ticket museali per il pubblico, ma anche negozi, ristoranti e alberghi o b&b per il privato) che potrebbero trovare casa ad Albano. Una città anche culturalmente sostenibile, che non sia dormitorio e che non sia periferia di sé stessa ma che torni ad essere il centro, passa anche da qui.

i Giovani Democratici di Albano, Pavona e Cecchina

Introduzione

Il circolo dei Giovani Democratici di Albano, Pavona e Cecchina, viste le proprie conoscenze, i propri contatti, la propria vita quotidiana di ognuno dei ragazzi ha deciso di fare alcune proposte semplici di miglioramento dei servizi di Albano Laziale che a tutt'oggi sono molto carenti.
I problemi più pesanti e più frequenti da affrontare per un ragazzo che non ha visto altro che l'amministrazione Mattei sono due: la mancanza di punti di “aggregazione culturale” e la mobilità

1. Gli spazi

Per aggregazione culturale intendiamo dire di luoghi che possano svolgere un ruolo di supporto alle tre biblioteche territoriali che sono piccole, sguarnite, a mezzo servizio e fatiscenti.

- a) Ampiezza, confort e orari

L'ampiezza del posto è fondamentale: se so che una biblioteca ha solamente 10 posti a sedere, quindi che rischio di muovermi senza trovare poi un posto, preferisco stare a casa. Questo ragionamento, fatto da molti, è il motivo per il quale le biblioteche sono invece quasi sempre vuote e sottoutilizzate. La garanzia di trovare un posto accogliente è lo stimolo per incrementare la popolazione studentesca all'interno di queste strutture. Che le biblioteche del comune di Albano Laziale siano a mezzo servizio poi, è un dato di fatto: come chiamare altrimenti un servizio aperto TRE ore e mezza la mattina [martedì-sabato] e DUE ore e 45 il pomeriggio [mercoledì e giovedì] ???? Non solo il Lunedì è inspiegabilmente chiuso il servizio, ma questi sono gli orari di tutte e tre le biblioteche di Albano Laziale! Ovviamente proponiamo non solo una rotazione del giorno di chiusura tra le tre biblioteche, ma anche un maggiore orario di apertura delle attuali poco più di 20 ore settimanali. Dato che la mattina si presuppone che i ragazzi vadano a scuola: saranno sufficienti le due ore e quarantacinque minuti pomeridiane per proporre un servizio? Sembra piuttosto una presa in giro.
L'esperienza ci insegna che molti ragazzi albanensi preferiscono dirigersi alle biblioteche dei paesi limitrofi.

- b) Attrezzatura e tecnologia

Che siano fornite degli strumenti adatti allo studio è il minimo per una struttura di questo tipo: senza voler sminuire il ruolo del cartaceo, si rende ormai necessario che una struttura di “ricezione culturale” sia dotata di una connessione wireless a più Mb e predisposta dunque perché gli utenti possano connettersi con i propri notebook o netbook e che sia oltremodo dotata di qualche computer da mettere a disposizione.

- c) Altri spazi

D'altronde non si può negare nemmeno che siano strutture fatiscenti. Basti pensare che nella struttura di Albano centro (inaugurata nel 1995) non si possono usare le scale perché pericolanti e si è costretti a prendere l'ascensore per accedere alla biblioteca. Pertanto proponiamo l'individuazione di altri locali da destinare a “sale studio-internet point” dove i ragazzi possano trovare un luogo di studio e di aggregazione con mezzi moderni e adeguati alle necessità di studio e di ricerca dai quindici ai venticinque anni. Questi posti saranno da individuare dislocati rispetto alle attuali biblioteche [es. ad Albano sarebbe opportuno una zona ”bassa” come Musicisti o Miramare, a Pavona nei pressi della neo-restaurata Villa Contarini, ecc] e che funzionino a supporto di esse e non in sostituzione di. Per un maggior coinvolgimento dei ragazzi e della popolazione tutta è possibile dare in gestione questi nuovi spazi di “biblioteche on-line” o sale studio-internet point a delle associazione culturali onlus che gestiscano gli orari in modo che siano sempre aperti, che gestiscano gli spazi magari anche coinvolgendo altre associazioni e che abbiano addirittura la possibilità di distribuire borse di studio (o meglio borse lavoro) tra gli universitari di Albano Laziale, erogate dal comune per i ragazzi impegnati come “bibliotecari”: come criteri selettivi potrebbero usarsi gli stessi dell'ADISU regionale che premia gli universitari meritevoli con borse di studio o borse lavoro nelle biblioteche degli atenei e potrebbe essere inteso anche come segno anti-crisi in controtendenza con le politiche di governo che considera i giovani come rivoltosi o scansafatiche sulle spalle della famiglia senza rendersi mai pienamente conto che i giovani non solo sono il futuro d'Italia (e per questo anche Albano deve coltivare e incentivare e aiutare i propri “cervelli”) ma sono il presente delle famiglie italiane. Un giovane dentro casa dovrebbe poter essere considerato come una risorsa e non solo perché a vent'anni può lavorare come cameriere o come attacchino, ma anche perché a vent'anni può ricevere gratificazioni monetarie per il suo impegno nello studio in ambito accademico.

2. La mobilità

La seconda proposta che i Giovani Democratici intendono avanzare in merito alle esigenze riscontrate tra i giovani del territorio, è quella della mobilità.
Questo è un problema legato ovviamente al traffico che attanaglia la rete urbanistica dell'intero territorio comunale, ma è sostanzialmente diversa la soluzione che si vuole proporre. Il problema dei ragazzi infatti, soprattutto quelli più giovani, non è quello di spostarsi con le autovetture, ma quello di avere a disposizione una rete di servizio pubblico frequente ed efficiente. In sostanza non servono più strade e più cemento ma, in linea col concetto di città sostenibile fatto proprio dal candidato e dalla coalizione, un maggiore sfruttamento e riorganizzazione delle strade e del cemento esistenti. Per potersi spostare da un territorio all'altro di Albano Laziale (ovvero dalle periferie al centro e viceversa) come da un quartiere all'altro di Albano centro (tenendo in considerazione i dislivelli naturali che caratterizzano Albano) è impresa assai difficile se si fa affidamento agli autobus e alla linea ferroviaria roma-velletri che collega pavona-cancelliera-cecchina. Proponiamo dunque di intensificare le linee esistenti che ad oggi hanno una scandalosa frequenza oraria anche nei periodi di punta non tenendo sufficientemente conto dell'entrata e dell'uscita di scuola dei ragazzi, che si ferma al primissimo pomeriggio per quanto riguarda il servizio interno di Albano centro e che arriva non più tardi delle 20 per Pavona e Cecchina: ovviamente orari per “scendere”, senza contare la necessità pomeridiana di “salire” ad Albano, tenuto conto anche del movimento del sabato pomeriggio-sera che si crea naturalmente per il Corso Matteotti. Facendo funzionare a pieno regime un dislocamento dei servizi comunali più frequentati dalla popolazione e informatizzando seriamente la comunicazione tra amministrazione e cittadinanza, così da eliminare una quota di traffico, bisogna far sì che il cittadino possa fare affidamento sul trasporto pubblico piuttosto che su quello privato per gli spostamenti intracomunali. Un servizio che nasce come esigenza dei non-patentati (di tutte le età, ma ovviamente stiamo parlando maggiormente di una fascia di età piuttosto giovane) potrebbe diventare col tempo uno dei metodi di risoluzione degli annosi problemi di traffico albanense. Ovviamente non l'unico né tanto meno il principale, ma indubbiamente una risorsa da non sottovalutare se si vuole perseguire l'obbiettivo della città sostenibile che passa per forza di cose per un serio piano di smaltimento del traffico. Una iniziativa insomma che parte dalla fruizione del territorio agevole da parte dei ragazzi, ma che potrebbe delinearsi come policy decisiva anche per un progetto più ampio dell'amministrazione. Un fiore all'occhiello per noi e un esempio per i comuni limitrofi.