Chiamala rivoluzione di ottobre o autunno caldo. O più semplicemente spensieratezza giovanile... la semplicità innocente di chi non sa nemmeno cosa pretendere, ma sa che vuole il diritto di poter immaginare e scegliere il proprio destino. Vogliamo solo diventare grandi e smetterla di andare in piazza a giocare a guardia e ladri. Vogliamo pensare ad un lavoro, ad una casa, ad una vita dignitosa. Permettetecelo democraticamente!
Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho saputo, praticamente in diretta tv, dato che non sono potuto andare di persona, di quello che stava accadendo a Roma. Ho letto molto poi, sui giornali e sui blog qua e là, ho ascoltato radio e tv su quanto era accaduto, ho sentito pure i racconti dei praticamente tutti i miei amici che erano lì: ma l’analisi è sempre la solita, per tutti uguale e per tutte le manifestazioni uguali. In genere l’interpretazione facinorosa vuole che c’hanno ragione gli "spacca tutto", le guardie so infami e i manifestanti pacifici o son codardi o son “compagni che sbagliano” (sic!). Spesso collusi col potere (?!?!). Per le menti più sinistroidi benpensanti perbenisti, gli "spacca tutto" sono delinquenti, infiltrati o se si gli va di lusso, come si diceva un tempo per le br o per pl per l'appunto, compagni che sbagliano. Perdonate sia il mio tagliare con l’accetta le due categorie, sia il mio esplicito riferimento agli anni ’70 che troppo spesso riciccia e troppo spesso non c’entra niente. E il mio parallelismo infatti è solo di termini, per giocare, non di situaizioni. Questi Black Bloc, tanto mediaticamente costruiti che ormai si credono pure loro importanti, sono comunque al centro, come lo furono i no global nei '90 e come lo furono i centri sociali negli 80'. Una volta, c’erano gli anarchici, così secco e generico. La terza via interpretativa è quella destrorsa di chi dice ormai da anni che “sono tutti comunisti” ai quali mai si farà percepire alcun distinguo tra pacifici e facinorosi. Vorrebbero ammazzare tutti quelli che rompono una vetrina della banca contro cui imprecano tutti i giorni, ben consci che questo è l'unico modo per abbassare veramente il livello di disoccupazione giovanile. Furbi loro: uccidi tutti i poveri e il mondo sarà di soli ricchi! Sembrano essere questi, spesso il vero interlocutore celato di quegli altri sinistroidi che tanto si sperticano a porre distinguo tra buoni e cattivi. La quarta via di interpretazione non esiste: a me nun me ne frega gnente. Sti ultimi due spesso sono i berluscones.
Poi c’è come la vedo io.
Purtroppo i partiti di opposizione non è che ispirino questa smodata fiducia, infatti i voti si perdono e disperdono, tuttavia... Come diremmo se fosse una foto ironica su fb con la faccia di bersani: lo stai facendo male! Se la faccia fosse di casini, ci sarebbe scritto direttamente: epic fail. E così via per tutte le altre facce. I militanti di sel aggrediti perché riconosciuti da sti tizi violenti come establishment pur non stando nemmeno in parlamento, parla chiaro. Siamo tutti una minestra e tutti colpevoli. I partiti come non fossero fatti da persone vere, come fossero enti con vita propria: personificati.
Alla fine i manifestanti pacifici siamo noi, i soliti stronzi militanti di partiti, di associazioni e quant’altro.
I facinorosi invece chi sono? (oltre agli infiltrati e alle teste di cazzo nude e crude). Quelli di noi meno fortunati, più disillusi, più incazzati. Prima o poi perderemo forse anche noi la velleità di cambiare il mondo democraticamente, con le manifestazione pacifiche, con la militanza in qualche associazione e con i nostri comportamenti quotidiani “diversi”. Forse un giorno l’Italia pure farà quella rivoluzione che taglia veramente la testa al re, che fa casino davvero e cambia le cose.
O forse avremo ragione noi, cambieremo questo paese un poco per volta, con l’impegno e la perseveranza e riusciremo a dare speranze e possibilità di un futuro a tutti, perché non ci siano più quelli sfruttati, rinnegati, calpestati e odiati. Perché non ci siano più nostri fratelli figli unici.
Perché se avete deciso che non dobbiamo avere futuro, se non abbiamo nulla a cui tenere, se non abbiamo speranza di poter migliorare il nostro paese, faremo sempre più gesti disperati … chi davvero, chi nei sogni [“ed io contavo i denti ai francobolli”]. Ma tutti aspetteremo o faremo la rivoluzione vera. Perché chi non ha nulla da perdere mette in gioco tutto, perché quel tutto è nulla!
Speriamo di riuscire a farla pacifica sta rivoluzione, di quelle culturali e senza botte.
marcolucci
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